Coniglio fritto, magia di cucina toscana

Coniglio fritto

Il coniglio fritto era la prima delle ricette di cucina toscana a cui quelli che possedevano un pollaio pensavano nel caso di visite inaspettate, specie se da parte di un parente o del padrone di casa o del podere. A queste persone si doveva per etichetta offrire una portata di carne, per cui la cosa più semplice, veloce e gustosa, era prendere un coniglio dalla gabbia e prepararlo per essere fritto.

Il cappone (in umido) era invece la ricetta che ci si aspettava durante le feste, e in tutte le occasioni da festeggiare, quando la famiglia si riuniva attorno ad un tavolo per una giornata speciale, un piatto piuttosto ricco e costoso. Differente il punto di partenza per il coniglio: appena pochi minuti per una tra le più autentiche ricette.

Coniglio fritto, ecco come cucinarlo seguendo la metodologia tradizionale raccolta da Rino Salvestrini e Dianora Fiorentino.

Le parti migliori del coniglio per friggere sono i due cosci fino ai lombi, ma nelle famiglie numerose, o nella circostanza di una presenza numerosa di ospiti, si spezzava tutto il coniglio. In una scodella si battevano alcune uova salate e vi si intridevano i pezzi precedentemente ben infarinati in farina bianca. L’olio per fare un’ottima frittura un tempo era abbondante. Oggi si può preparare il coniglio fritto anche con quello di arachidi.