Le crete a Ciggiano

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Per la gente le crete di mattaione sono sinonimo di bruttezza ,perché improduttive,non coltivabili,infatti solo nelle valevole e nei calanchi possono crescere alcuni sterpi per le pecore o ancor più per le capre.

Invece andando da Iano a Villa Ciggiano,si gode una visuale suggestiva,che non si riscontra in altre parti del comune,un paesaggio rude,che ci ricorda i deserti e anche il paesaggio lunare,ma non spettrale perché le colline mantengono le loro rotondità e nelle valli allignano i cespugli d’olmi.

Uno spettacolo per i pittori e per gli amanti della fotografia.in primavera un tipico verdeggiare le ricopre in parte,a maggio appaiono le macchie rosa della lupinella in fiore,seguite dai ciuffi gialli delle ginestre,ma con Giugno riemerge il grigio del mattaione.

Qui si trova un fiore particolare,è la rosa del deserto,però è grigia perché è una formazione gessosadel mattaione e naturalmente ne prende il colore.i contadini lo chiamavano ” vetro canino”,lo raccoglievano,lo mettevano al fuoco per farlo diventare bianco e poi lo schiacciavano per avere il gesso per murare negli interni,perché la pioggia lo disfaceva.